Embrunman

Embrunman
15 agosto 2009

mercoledì 30 novembre 2011

è arrivata nina

Con tutto l'amore nel cuore per la mia "ciccia", accolgo in casa un'altra micia, "nina".
Dopo 5 giorni, la prima visita dal veterinario. Nina è un lui!
E così Cristoforo, nome più adatto a un maschietto, si è appropriato di casa mia!

venerdì 26 agosto 2011

in attesa dell'elbaman 2011

nervosa, agitata, ad ogni dolore mi assale il panico! fra 4 settimane metterò nuovamente piede in terra elbana..elbense...elbaniana...o come cavolo si dice, insomma si torna sullo Scoglio! dopo lo Scoglio arriveranno i cambiamenti...è prematuro annunciarli ma sono già nell'aria ;.)

martedì 24 maggio 2011

oggi ho imparato

Moncenisio - un lago di "ghiaccio"
Oggi (anzi ieri) ho imparato qualcosa. Grazie a un amico che mi passa il contatto mi ritrovo in un'azienda xxx per un interpretariato di trattativa. Ignara del pregresso, poiché alla mia domanda : quale sarà l'argomento? avevo ricevuto in risposta : generico, un contatto commerciale, mi ritrovo in mezzo a una trattativa per richiesta di risarcimento per danni! Da tutto questo tira e molla, imparo da chi mi aveva ingaggiata che "bisogna trovare il lato positivo in tutte le cose e trasformare i problemi in sfide".

sabato 21 maggio 2011

Campionati italiani di trianthlon lungo di Candia...finalmente!

16 maggio 2010 - 15 maggio 2011 Un anno. È passato un anno dall'ultima volta che ho nuotato nel lago di Candia, che ho pedalato lungo il percorso "storico" e che ho calpestato quel percorso di sassi, terra, erba, e asfalto, maledicendo come ogni anno, i sassi che ti fanno perdere la presa sul terreno, quel fondo irregolare..poi dopo la seconda volta che lo percorri conosci esattamente dove sono posizionati tutti i sassi, dove sono le buche, dove il lato del sentiero si inclina. Se poi devi ripetere il giro per quattro volte, riesci anche a farlo ad occhi chiusi!
Ma torniamo a mesi prima. Un inverno difficile. Come per tanti altri, immagino. 
Dopo Roma (maratona non terminata per una contrattura al retto femorale e soprattutto per nausea), ero decisa a mollare tutto. Nessuno stimolo positivo, troppi problemi, troppe difficoltà. L'influenza di febbraio mi aveva lasciato in eredità un po' di bronchite dalla quale non riuscivo (e non riesco ancora) a liberarmi del tutto. D'altronde ho sempre sofferto di bronchite, fin da piccola.
Ma Candia quest'anno è campionato italiano di triathlon lungo. "Devi difendere il titolo" dice Giò, "Ti tocca!" E io invece sono sempre meno convinta di farcela. Poi, dopo tanta fatica, al primo combinato, le gambe girano. Scendo dalla bici dopo un centinaio di chilometri e inizio la corsa senza troppa convinzione, e le gambe girano. Faccio quei 12 chilometri come se non avessi nemmeno pedalato. Manca un mese alla gara, posso ancora farcela!  
"if you had one shot, one opportunity 
To seize everything you ever wanted-One moment,
Would you capture it or just let it slip?"


Decido di afferrare quel momento!
Come un anno prima, il cielo non promette nulla di buono cupo, cade qualche goccia, ma alla fine della frazione a nuoto il pericolo sembra scampato.
Al termine di un nuoto senza infamia e senza lode (me lo sentivo che non era giornata), recupero in bici su un percorso 120 chilometri animato dal vento e da qualche minima variazione di pendenza. La mia sorpresa più grande arriva dalla corsa. Mi stupisco da sola di come vanno via i primi 20 chilometri, gli ultimi 10 invece sono decisamente più faticosi, ma so che le altre atlete della mia categoria sono troppo lontane per potermi riprendere!
Candia 15 maggio 2011:  Titolo italiano di categoria di triathlon lungo (4-120-30)!
Posso tornare a casa soddisfatta!

martedì 10 maggio 2011

Cosa è successo sull'isola d'Elba...cronaca di una settimana indimenticabile

A distanza di mesi....eccomi a rivivere quei giorni.
Lo Scoglio
Lo Scoglio si avvicina sempre di più. L'Elba ha sempre esercitato una forte attrazione, oltre a  custodire tantissimi ricordi di adolescente... Gli ultimi risalgono a poche
settimane prima. Un soggiorno breve, di pochi giorni, una specie di premio dopo il lungo di Bellagio. Una fuga. Il classico: "devo staccare la spina!" L'ironman dell'Elba, "Elbaman" non era previsto nel programma delle gare 2010. La stagione doveva terminare con il lungo di Bellagio e al massimo con un duathlon lungo. Poi le cose cambiano in fretta. Un litigio definitivo, un avviso di posti disponibili in waiting list e la decisione è presa.

Spiaggia di fronte al bungalow
Prenoto un bungalow con vista sulla spiaggia, quasi tutti i turisti se ne sono già andati, a parte una coppia di tedeschi nel bungalow proprio di fronte al mio e pochi altri ospiti. Mi compiaccio di questa solitudine pre-gara. Venerdì 24 settembre: operazioni di rito presso la segreteria; ritiro del numero; passeggiata sulla spiaggia prima di cena, poi avvolgo le caviglie con le buste del ghiaccio e sulle ginocchia metto un impacco di argilla verde...(meglio prevenire che curare). Apro un buon libro e mi infilo sotto le coperte...fa quasi fresco!

Consegna bici
Sabato 25 settembre. Sveglia presto, giro in bici per godersi il panorama e sondare il percorso. Respiro a fatica e ho male a un orecchio, uffa sono mesi che mi porto dietro questa otite. Sosta in farmacia per prendere l'eucalipto da..."sniffare" (i rimedi della nonna!) Ho appuntamento con Rizzi per consegnare la bici in zona cambio. Pochi metri e... foro!!! Ah, iniziamo bene! Cambio camera d'aria ad opera di Rizzi perché io ho già il nodo in gola e le lacrime agli occhi. Consegnata la bici scambio poche parole con gli amici di Rizzi e sparisco per una nuotata e per preparare il materiale per il giorno dopo. Ceno presto, anzi più che l'ora di cena sembra l'ora della merenda e filo a nanna. Ripasso mentalmente le fasi della gara, i cambi, e chiudo gli occhi.
Sveglia all'alba, colazione, carico l'auto e parto per la zona cambio. Parcheggio poco distante. Per le donne la zona cambio è sotto la tenda, con sedie e scatole personalizzate. Che emozione. Metto tutto in ordine, maglietta per la bici aperta, manicotti (non si sa mai), panini e barrette pronte, talco, garmin, calzini...già, i calzini!
Domenica 26 settembre - partenza
Infilo la muta, afferro le cuffie (due, dopo l'esperienza di Tarzo ho imparato la lezione), gli occhialini, una bottiglietta d'acqua e un gel. Mi dirigo verso la spiaggia. Ho il cuore in gola. Sono sola. Non vedo nessuno intorno a me. C'è tantissima gente ma non sento niente. Prima della partenza ripenso ai consigli di un amico su come nuotare in mare. 
mai correre senza calzini!
Non ho mai nuotato tanto bene in mare come oggi. Mi sembra di volare sull'acqua. Corro sotto la tenda, via la muta, infilo la maglietta sul body, casco, numero, barrette, panini, guanti, calzini...quelli non ci sono. Come non ci sono, eppure li ho messi lì. Perdo minuti a cercarli, poi mi rassegno, non ci sono. E la corsa? Come farò a correre? ...faccio la bici poi ci penso.
Anche sul percorso in bici  mi aspettano alcune sorprese poco piacevoli. Al terzo giro mi scende la catena per due volte ai piedi di una salita. Sono davvero stanca, innervosita dal pensiero di dover correre senza calzini. Tutto l'allenamento, i sacrifici, le ore sottratte agli affetti per uno stramaledettissimo paio di calzini, anzi per colpa della mia disattenzione. Al termine della bici so di essere prima di categoria. Infilo i piedi nelle fidate Mizuno e parto. Al termine del primo giro ho già male alla pianta del piede destro. Devo assolutamente trovare una soluzione. Ho bisogno di Rizzi e famiglia ma non li vedo da nessuna parte. Il mio sguardo inquadra una ragazza che indossa delle scarpe da ginnastica e dei calzini: ho trovato la soluzione. 
Finisco la maratona con il fiato corto, il piede sofferente e la felicità di tagliare il traguardo in 13 ore e 5 minuti. Prima di categoria, titolo italiano di categoria di triathlon super lungo. Tagliato il traguardo filo dritta dritta verso la tenda del ristoro senza avere fame ma davvero tantissima sete. Alla mia domanda "c'è del tè caldo?" mi sento rispondere "non c'è, se vuoi abbiamo della birra". Esattamente la stessa cosa penso. Ho fatto l'elbaman ma non sono mica rimbambita del tutto!?!?! La conosco ancora la differenza fra un tè e una birra! Conto fino a dieci prima di pronunciare qualsiasi parola. Vada per la birra. Qualcuno mi scambia per una straniera (saranno le trecce rosse?) e sto al gioco, d'altronde è un vezzo che ho sempre coltivato :-)
...Saluto in fretta; raccolgo le mie cose e cerco di arrivare all'auto il più in fretta possibile. Voglio infilarmi sotto la doccia, voglio dormire.
Lunedì 27 settembre: giorno di premiazioni e non solo per la medaglia e il titolo che ricevo quanto per il premio che mi concedo dopo 4 settimane di calcolo meticoloso della quantità e del tipo di cibo ingerito: un fantasmagorico chausson aux pommes! (non sarà come quelli francesi ma fa il caso mio).
gambe a riposo
Finalmente riposo! Mi godo l'isola per altri tre giorni. Il sole è ancora caldo ed è bellissimo tuffarsi nell'acqua fredda. Riposo le gambe e la mente, ripercorro ancora una volta in bici il percorso gara respirando l'aria, registrando i profumi delle piante che costeggiano la strada. 
Percorro lentamente le vie dei paesi, scambio qualche parola con gli abitanti del luogo che si apprestano ad archiviare la stagione 2010 e trovo pure il tempo per dedicarmi allo shopping dei prodotti locali. Meravigliosa la schiaccia! 
Ma sono davvero sicura di voler tornare a casa?





domenica 1 maggio 2011

allenamento lungo

Dopo il combinato nuoto+bici+corsa di ieri, funestato anche da un bel temporale sulla strada di Marradi, dal quale sono uscita fradicia fino al midollo tanto che dalle scarpe uscivano perfino le rane, oggi mi sono regalata un bel lungo a piedi ;-)
Due ore e venti minuti di corsa in pineta dove la pioggia dei giorni scorsi sembrava non aver nemmeno sfiorato il fondo sabbioso.
La fatica è stata ricompensata dalla magia delle conchiglie trovate in riva al mare....



venerdì 25 febbraio 2011

Adhuilo Krishna Timanfaya

Ci sono momenti in cui tutto sembra fermarsi, senti il cuore stretto in una morsa di gelo. Questo è uno di quei momenti. Mi auguro davvero che il vet domattina riesca a fare qualcosa. Lentamente arriva la fine.

domenica 28 novembre 2010

spleen

Quand le ciel bas et lourd pèse comme un couvercle
Sur l'esprit gémissant en proie aux longs ennuis,
Et que de l'horizon embrassant tout le cercle
Il nous verse un jour noir plus triste que les nuits ;

Quand la terre est changée en un cachot humide,
Où l'Espérance, comme une chauve-souris,
S'en va battant les murs de son aile timide
Et se cognant la tête à des plafonds pourris ;

Quand la pluie étalant ses immenses traînées
D'une vaste prison imite les barreaux,
Et qu'un peuple muet d'infâmes araignées
Vient tendre ses filets au fond de nos cerveaux,

Des cloches tout à coup sautent avec furie
Et lancent vers le ciel un affreux hurlement,
Ainsi que des esprits errants et sans patrie
Qui se mettent à geindre opiniâtrement.

- Et de longs corbillards, sans tambours ni musique,
Défilent lentement dans mon âme ; l'Espoir,
Vaincu, pleure, et l'Angoisse atroce, despotique,
Sur mon crâne incliné plante son drapeau noir.

lunedì 22 novembre 2010

Sei la mia schiavitù sei la mia libertà (Nazim Hikmet)

Sei la mia schiavitù sei la mia libertà
sei la mia carne che brucia
come la nuda carne delle notti d’estate
sei la mia patria
tu, coi riflessi verdi dei tuoi occhi
tu, alta e vittoriosa
sei la mia nostalgia
di saperti inaccessibile
nel momento stesso
in cui ti afferro


Idroman, una sfida

Idro è iniziato così! Non male come partenza per un 70.3 che si presentava con il sottotitolo di "alive in hell" (sopravvissuti all'inferno).
Prologo:
70.3 di Candia, 1a di categoria nonostante una forte contrattura al polpaccio sinistro 2 giorni prima della gara. Riposo post gara e previsione di riprendere allenamento in modo blando. "che ne dici di una podistica tranquilla il 2 giugno" domando..."no, il 2 giugno, sprint di sangiovanni in persiceto. tutti a san giovanni". Uff sbuffo, farò di nuovo la guastafeste? bastiancontrario? No, dài...e invece all'uscita dal nuoto in piscina, quando già in acqua sentivo il polpaccio contratto ad ogni virata, il muscolo decide di entrare in guerra, si appallottola su se stesso e mi manda decisamente a quel paese. Voilà! ti saluto gara, ti saluto allenamenti e benvenuto fisioterapista!
Riposo dalla corsa fino al 27 giugno..bici sì, ma non sui pedali, poca salita, non spingere..nuoto sì ma non usare le gambe, non spingere nelle virate, attenta quando sali da bordo vasca. Uff, quanti divieti, nemmeno fossi in collegio!
Idroman. Non avevo idea di cosa mi aspettasse fin quando non ho percorso il giro in bici in auto, Andrea alla guida e io già in tensione per la ripidità delle salite, la ripidità delle discese, le curve, la corsa che non era totalmente e perfettamente pianeggiate, il nuoto che era su due giri e quel pezzetto di spiaggia era una trappola mortale per la contrattura.
Ma perché questa gara? Perché?????? umore nero per il polpaccio, umore nero per le continue incomprensioni, umore nero per...perché sì!
Il percorso non delude le aspettative: è un inferno. Le salite sono salite vere e le discese sono tecniche.
Al secondo giro in bici, nell'ultima salita, quando i muscoli erano gonfi di stanchezza e soltanto la tenacia mi spinge ad alzarmi sui pedali sento "non so se stare qui dietro a prendere l'ispirazione oppure superarti..quasi quasi resto qui". Ecco perché gli uomini si attaccano subito alla ruota di una ciclista! "dài va là, muoviti", rispondo ridendo.
Una battuta innocente è sufficiente per rincuorarmi.
Giù dalla bici mi aspetta la prova del nove: avrà fatto un buon lavoro il grande Piero? Direi proprio di sì! non riesco a correre con grande verve, a ogni passo (falcata sarebbe un'esagerazione) il muscolo mi lancia qualche improperio, la stanchezza dovuta al poco allenamento si fa sentire.
Taglio il traguardo con il miraggio di riprendere fiato da quell'afa opprimente e lavare via la stanchezza. Il sorriso di Andrea, il suo abbraccio e un caffè mi riportano a una condizione umana.
Claudia batte contrattura 1 a 0.

martedì 16 novembre 2010

les feuilles mortes

Oh je voudrais tant que tu te souviennes
Des jours heureux où nous étions amis
En ce temps là, la vie était plus belle
Et le soleil plus brûlant qu'aujourd'hui
Les feuilles mortes se ramassent à la pelle
Tu vois je n'ai pas oublié
Les feuilles mortes se ramassent à la pelle
Les souvenirs et les regrets aussi
Et le vent du nord les emportet
Dans la nuit froide de l'oubli
Tu vois, je n'ai pas oublié
La chanson que tu me chantais

C'est une chanson, qui nous ressemble
Toi tu m'aimais, et je t'aimais
Et nous vivions tout les deux ensemble
Toi qui m'aimais, moi qui t'aimais
Mais la vie sépare ceux qui s'aiment
Tout doucement sans faire de bruit
Et la mer efface sur le sable
Le pas des amants désunis

C'est une chanson, qui nous ressemble
Toi tu m'aimais et je t'aimais
Et nous vivions, tous deux ensemble
Toi qui m'aimait, moi qui t'aimais
Mais la vie sépare ceux qui s'aime
Tout doucement sans faire de bruit
Et la mer efface sur le sable
Le pas des amants désunis.

venerdì 22 ottobre 2010

Embrunman 2009

15 agosto 2009 Embrunman. Ho puntato il dito sull'ironman di Embrun senza sapere molto del percorso. 1) sapevo che era in Francia 2) sapevo che ci sarebbe stata della salita da fare in bici 3) sapevo che si sarebbe nuotato in lago. Avevo visto le foto e questo mi bastava. Durante la preparazione ho scoperto il resto!! 5000 m di dislivello positivo per 188 km per il percorso in bicicletta. La montagna nasconde l'incertezza del clima: caldo, freddo, pioggia...neve d'altronde l'Izoard arriva a circa 2360 m di altitudine...Maratona lungo lago, credevo io! La sorpresa è stato proprio il percorso della maratona, piuttosto ondulato!
Dopo una preparazione attenta per la bicicletta che ha incluso la gran fondo della Marmotte con il famoso Galibier e arrivo sull'Alpe d'Huez; una preparazione attenta per la corsa e sulla difensiva per il nuoto, ho pur sempre due ancorette che tengono ferma la spalla sinistra, sono arrivata a Embrun, scortata, aiutata e, a modo suo, sostenuta da Andrea-Pelo.
Dopo un anno ricordo ancora l'agitazione e l'entusiasmo durante il viaggio; l'emozione al ritiro del pacco gara: nr 17!, lo stupore di fronte a quelle montagne.

Gabba non mi aveva detto nulla del percorso se non pochi giorni prima della partenza, nonostante glielo avessi domandato più volte. "Ricorda", aveva detto, "la gara inizia in cima all'Izoard". "Ci sarà il Pallon, salite e discese, l'ultima tremenda salita a pochi chilometri dall'arrivo, e la maratona. Quando arriverai al traguardo, alza lo sguardo al cielo, guarda le montagne che hai scalato perché soltanto loro sono più grandi di te". 
Queste le parole che mi hanno accompagnata per tutte le 15 ore di gara. Queste le parole che mi hanno spinta a non mollare. Ore 5, zona cambio. È buio. Sono agitata, non è particolarmente freddo, si prepara una giornata afosa. 5.50 partenza. Nuoto bene: 1 ora e 6 minuti, ma la spalla non regge. 
Il capolungo del bicipite si stacca con un dolore lancinante. Continuo a prepararmi, prendo la bici e parto. Dopo 500 metri c'è la prima salita, salgo sui pedali, la spalla non mi tiene. Alleggerisco il rapporto e mi siedo sulla sella. Sarà una lunga giornata. Ci sono volute altre due salite prima di riuscire ad appoggiare il peso sulla spalla. Pedalo bene, arrivo in cima all'Izoard assetata. Ho fatto il primo fatidico errore: sono rimasta senza liquidi. Una sete che non riesco a calmare. E lì inizia la gara. La bellezza della natura mi  aiuta; riesco a cogliere i profumi dell'ambiente e supero anche qualche concorrente. All'ultima salita sento ancora la sete, il formicolio ai piedi è doloroso. Con foga continuo, voglio liberare i piedi, voglio correre. 

Non sento più la spalla, il dolore è anestetizzato dalla fatica. Zona cambio. Via la divisa da bici e indosso pantaloncini e top per la corsa. 
Corro la prima metà della maratona sotto un caldo estenuante. Andrea mi segue, mi incita a continuare, mi chiede se sto bene. Oh sì sto bene! Non so ancora cosa è successo al braccio sinistro, ma sto bene. La seconda metà della maratona è invece un calvario per il liquidi ingurgitati, per la fatica, per il caldo. Ma arrivo alla fine. 15 ore 23 minuti. Ormai è buio ma nel cielo è ancora possibile distinguere la sagoma delle montagne. Non resisto più e scoppio a piangere. Un pianto di fatica e felicità.

domenica 17 ottobre 2010

dieci anni di traduzione

Fra due mesi saranno passati dieci anni da quel fatidico 1 gennaio 2000, giorno di inizio di una nuova attività. Bilancio? Meglio non farlo! Felice di avere fatto quel passo, ma che fatica. Ricominciare a tradurre dopo anni di inattività, dover ricominciare tutto da capo. Una sfida che è continuata per 10 lunghi anni, con difficoltà e soddisfazioni. Quante persone incontrate, conosciute. Quante cose imparate....appunto questo è il motivo che mi spinge di domenica mattina a starmene seduta davanti a un monitor a tradurre. Il desiderio di conoscenza, la curiosità, il sapere, pur consapevole del fatto che non è mai un sapere completo ma sempre più o meno superficiale.

mercoledì 4 agosto 2010

domani 5 agosto

 
Adhuilo Krishna Timanfaya compirà 20 anni il 5 agosto. Mi ha accompagnato per tutti questi anni e il mio più grande desiderio è che resti con me ancora per molto tempo. Lei conosce tutti i miei stati d'animo, Lei sa come consolarmi, la sera, seduta in poltrona quando mi si accoccola sulle ginocchia e mi lecca il dorso della mano, facendo leva con il musino affinché l'accarezzi. Buon compleanno Ciccia.

giovedì 22 luglio 2010

agitazione

Esito di una stupidissima caduta in bicicletta. Allenamento quasi finito, 13 km mi separano da casa. Tira vento e metto le mani in basso, come fanno i "buoni" in discesa. Buco. Caduta. Potrei definirla una caduta "attesa", a rallentatore. Mi sono accorta di cadere, ho minimizzato i danni sganciando gli scarpini, quasi adagiandomi sull'asfalto.
 Il risultato visibile sono state abrasioni ancora doloranti (a una settimana di distanza) e quello invisibile, male diffuso alla schiena, al collo, alle spalle....E sabato c'è il 70.3 di Segrino. Potrei anche non farlo, ma dopo Candia con leggera contrattura e Idro con lesione di 9 mm ottenuta il 2 giugno, direi che sabato parto tutto sommato sana!
Morale a terra (per i fatti miei), ma sana. Con la mente rivolta agli italiani di categoria di lungo del 21 agosto. Ho quindi dato a questa gara la qualifica di "Allenamento" per non avere troppe aspettative.

Oggi ancora un po' di nuoto e domani pomeriggio si parte.

domenica 18 luglio 2010

Ci sono più cose in cielo e in terra, Orazio, di quante ne sogni la tua filosofia

Meglio ancora: ci sono più cose in cielo e in terra, di quante ne possa immaginare la nostra mente.
Ho la FORTUNA dell'uso di tutti gli arti e tutti gli organi di senso, HO LA FORTUNA di poter godere delle meraviglie intorno a me.
Ma ho soprattutto la FORTUNA di poter pensare.

venerdì 16 luglio 2010



Candia, 70.3
Il primo 70.3 (1,9km di nuoto, 90 di bici e 21 di corsa) della stagione è archiviato e ancora sento la felicità di quel primo posto di categoria.Grazie a Gabba, il Coach, e a una caparbietà che non credevo possibile sono salita su quel podio. Volevo quel primo posto ad ogni costo, lì a Candia, come un riscatto dalla gara del 2007 quando fui costretta a zoppicare per tutti quei 21 km di corsa.

martedì 9 marzo 2010

15 marzo, si parte

il triathlon è "piombato" nella mia vita di colpo, assediando il mio corpo e insediandosi con forza nella mia vita, per poi accomodarsi, dopo le prime deboli resistenza, scuotendo un po' il sedere come fanno i gatti quando si sistemano sul cuscino per trovare la posizione migliore. E poiché questo sport è diventato parte della mia vita, perché ha il potere di scandire il tempo delle mie giornate, il 15 marzo sarà un nuovo punto di partenza. Destinazione il mezzo ironman di Candia. Data fatidica: 16 maggio.
L'ultimo 70.3 (quasi un anno fa) è stato un successo a sorpresa, visto il recente intervento. Moltissimi iscritti, gara internazionale, 10° posto di categoria! Fra due mesi, ci sarà la prova definitiva: posso nuotare decentemente dopo una acromionplastica e la rottura (15 agosto) del capo lungo del bicipite?
Aspetto il nuovo programma con la stessa trepidazione con cui i bimbi a Natale aspettano di aprire i regali. Gabba, il coach, sa sempre infondermi fiducia, mettermi alla prova senza mai stressarmi troppo. Sa farmi arrivare al giorno in cui si deve tirare le somme, "deliver" direbbero gli inglesi (che significa anche partorire, rendendo bene l'idea di ciò che accade il giorno di una gara) pronta, riposata, con la voglia di fare esplodere la tensione accumulata.
Dopo Candia e magari anche dopo il 70.3 di Idro si deciderà se ritornare a Embrun o affrontare una sfida per me ancora più ardua: il Powerman di Zofingen,un duathlon sulle distanze di 10 km a piedi, 150 km in bici e 30 km a piedi finali.

martedì 2 marzo 2010

Chi lascia la strada vecchia per la nuova.....

sa cosa lascia ma non sa cosa trova! Santa verità! Purtroppo l'ho provato sui miei piedi. Plantari nuovi un disastro! Formicolio alla pianta dei piedi, infiammazione dei tendini, un lieve dolore al ginocchio destro! E dopo due tentativi, ho deciso: li restituisco al mittente.