Embrunman

Embrunman
15 agosto 2009

martedì 10 maggio 2011

Cosa è successo sull'isola d'Elba...cronaca di una settimana indimenticabile

A distanza di mesi....eccomi a rivivere quei giorni.
Lo Scoglio
Lo Scoglio si avvicina sempre di più. L'Elba ha sempre esercitato una forte attrazione, oltre a  custodire tantissimi ricordi di adolescente... Gli ultimi risalgono a poche
settimane prima. Un soggiorno breve, di pochi giorni, una specie di premio dopo il lungo di Bellagio. Una fuga. Il classico: "devo staccare la spina!" L'ironman dell'Elba, "Elbaman" non era previsto nel programma delle gare 2010. La stagione doveva terminare con il lungo di Bellagio e al massimo con un duathlon lungo. Poi le cose cambiano in fretta. Un litigio definitivo, un avviso di posti disponibili in waiting list e la decisione è presa.

Spiaggia di fronte al bungalow
Prenoto un bungalow con vista sulla spiaggia, quasi tutti i turisti se ne sono già andati, a parte una coppia di tedeschi nel bungalow proprio di fronte al mio e pochi altri ospiti. Mi compiaccio di questa solitudine pre-gara. Venerdì 24 settembre: operazioni di rito presso la segreteria; ritiro del numero; passeggiata sulla spiaggia prima di cena, poi avvolgo le caviglie con le buste del ghiaccio e sulle ginocchia metto un impacco di argilla verde...(meglio prevenire che curare). Apro un buon libro e mi infilo sotto le coperte...fa quasi fresco!

Consegna bici
Sabato 25 settembre. Sveglia presto, giro in bici per godersi il panorama e sondare il percorso. Respiro a fatica e ho male a un orecchio, uffa sono mesi che mi porto dietro questa otite. Sosta in farmacia per prendere l'eucalipto da..."sniffare" (i rimedi della nonna!) Ho appuntamento con Rizzi per consegnare la bici in zona cambio. Pochi metri e... foro!!! Ah, iniziamo bene! Cambio camera d'aria ad opera di Rizzi perché io ho già il nodo in gola e le lacrime agli occhi. Consegnata la bici scambio poche parole con gli amici di Rizzi e sparisco per una nuotata e per preparare il materiale per il giorno dopo. Ceno presto, anzi più che l'ora di cena sembra l'ora della merenda e filo a nanna. Ripasso mentalmente le fasi della gara, i cambi, e chiudo gli occhi.
Sveglia all'alba, colazione, carico l'auto e parto per la zona cambio. Parcheggio poco distante. Per le donne la zona cambio è sotto la tenda, con sedie e scatole personalizzate. Che emozione. Metto tutto in ordine, maglietta per la bici aperta, manicotti (non si sa mai), panini e barrette pronte, talco, garmin, calzini...già, i calzini!
Domenica 26 settembre - partenza
Infilo la muta, afferro le cuffie (due, dopo l'esperienza di Tarzo ho imparato la lezione), gli occhialini, una bottiglietta d'acqua e un gel. Mi dirigo verso la spiaggia. Ho il cuore in gola. Sono sola. Non vedo nessuno intorno a me. C'è tantissima gente ma non sento niente. Prima della partenza ripenso ai consigli di un amico su come nuotare in mare. 
mai correre senza calzini!
Non ho mai nuotato tanto bene in mare come oggi. Mi sembra di volare sull'acqua. Corro sotto la tenda, via la muta, infilo la maglietta sul body, casco, numero, barrette, panini, guanti, calzini...quelli non ci sono. Come non ci sono, eppure li ho messi lì. Perdo minuti a cercarli, poi mi rassegno, non ci sono. E la corsa? Come farò a correre? ...faccio la bici poi ci penso.
Anche sul percorso in bici  mi aspettano alcune sorprese poco piacevoli. Al terzo giro mi scende la catena per due volte ai piedi di una salita. Sono davvero stanca, innervosita dal pensiero di dover correre senza calzini. Tutto l'allenamento, i sacrifici, le ore sottratte agli affetti per uno stramaledettissimo paio di calzini, anzi per colpa della mia disattenzione. Al termine della bici so di essere prima di categoria. Infilo i piedi nelle fidate Mizuno e parto. Al termine del primo giro ho già male alla pianta del piede destro. Devo assolutamente trovare una soluzione. Ho bisogno di Rizzi e famiglia ma non li vedo da nessuna parte. Il mio sguardo inquadra una ragazza che indossa delle scarpe da ginnastica e dei calzini: ho trovato la soluzione. 
Finisco la maratona con il fiato corto, il piede sofferente e la felicità di tagliare il traguardo in 13 ore e 5 minuti. Prima di categoria, titolo italiano di categoria di triathlon super lungo. Tagliato il traguardo filo dritta dritta verso la tenda del ristoro senza avere fame ma davvero tantissima sete. Alla mia domanda "c'è del tè caldo?" mi sento rispondere "non c'è, se vuoi abbiamo della birra". Esattamente la stessa cosa penso. Ho fatto l'elbaman ma non sono mica rimbambita del tutto!?!?! La conosco ancora la differenza fra un tè e una birra! Conto fino a dieci prima di pronunciare qualsiasi parola. Vada per la birra. Qualcuno mi scambia per una straniera (saranno le trecce rosse?) e sto al gioco, d'altronde è un vezzo che ho sempre coltivato :-)
...Saluto in fretta; raccolgo le mie cose e cerco di arrivare all'auto il più in fretta possibile. Voglio infilarmi sotto la doccia, voglio dormire.
Lunedì 27 settembre: giorno di premiazioni e non solo per la medaglia e il titolo che ricevo quanto per il premio che mi concedo dopo 4 settimane di calcolo meticoloso della quantità e del tipo di cibo ingerito: un fantasmagorico chausson aux pommes! (non sarà come quelli francesi ma fa il caso mio).
gambe a riposo
Finalmente riposo! Mi godo l'isola per altri tre giorni. Il sole è ancora caldo ed è bellissimo tuffarsi nell'acqua fredda. Riposo le gambe e la mente, ripercorro ancora una volta in bici il percorso gara respirando l'aria, registrando i profumi delle piante che costeggiano la strada. 
Percorro lentamente le vie dei paesi, scambio qualche parola con gli abitanti del luogo che si apprestano ad archiviare la stagione 2010 e trovo pure il tempo per dedicarmi allo shopping dei prodotti locali. Meravigliosa la schiaccia! 
Ma sono davvero sicura di voler tornare a casa?





1 commento:

  1. Bel racconto e gara che personalmente, inserita a fine stagione, sia per la sua durezza che per la stanchezza accumulata in quelle precedenti mi prosciuga :-) ma poi si chiude la stagione della multidisciplina e si apre quella podistica. La fatica quella non c'abbandona mai....;-)

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